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HAENDEL OPERA FESTIVAL

International press.

Di C. P. (traduzione di L. Busi).

[…] Dopo le esperienze come tenore baritonale nel “Rodrigo” (Giuliano) e come bass-baryton in “Alcina” (Melisso), grazie alle quali abbiamo saggiato la versatilità non solo dell’interprete ma anche del vocalista, Luca Casagrande, in “Agrippina”, è alle prese con il primo ruolo baritonale händeliano del suo tragitto di interprete del melodramma barocco: il Pallante di Casagrande rinverdisce i fasti dell’interpretazione di Giuseppe Maria Boschi, primo interprete a disimpegnare una parte non lunga ma, a tratti, di bellezza abbacinante. Lo stesso si può affermare circa il ruolo di Varo nell’ “Ezio”: Si tratta, ancora una volta, di una parte per bass-baryton, destinata originariamente ad Antonio Montagnana, che sembra, qui, giovarsi enormemente, e inaspettatamente, del suono rotondo, morbido e virile a un tempo, e del timbro compatto della voce baritonale di Casagrande, che sa scendere con classe ai fa1 e salire ai fa3 con energia. Questo cantante sa modulare i suoni, sa cantare benissimo d’agilità, dimostra gusto e musicalità nell’improvvisazione degli abbellimenti e delle cadenze, e, di più, sa andare oltre il fatto tecnico e, grazie alla capacità di usare in chiave drammatica i propri mezzi vocali, riesce a dare respiro, vita e credibilità al personaggio. La lunga, difficile aria “Nasce al bosco in rozza cuna” è, in questo senso, un piccolo capolavoro di virtuosismo espressivo. […]

C. P.

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